ciclone4_p7_23fabiofulco0images-1Oggi sono stata in una location in corso Sempione a Milano per una telepromozione Mediaset. Le solite 4 battute, recitate con Benedetta Massola e Fabio Fulco. Premesso che manco sapevo chi fossero, ma mi sono informata (Incantesimo), devo dire che la manager di Fulco (nonché della Chiabotto, della quale il Fulco è il fidanzato… quante cose ho imparato: la TLP è meglio del parrucchiere) è una donna interessantissima. Carina, semplice, pulita, la vera star del set è lei. Forse si chiama Mara. Abbiamo conversato amabilmente per una mezz’oretta sui divani di casa D’Ambrosio. Sì, perché la cosa sconvolgente, la notizia più interessante è che la casa (l’ho scoperto lì) era del mio ex direttore artistico radiofonico GIGIO D’AMBROSIO, il mitico Gigio di UAUA’, ovvero One-O-One Network, Radio Milano International, nonché, per più di 20 anni, voce italiana del programma American Top 40 (la classifica di Billboard dei singoli più venduti in U.S.A.). La vera sorpresa della giornata è stata quella di trovarmi davanti Gigio. Non potrò mai dimenticare uno dei primi giorni in cui avevo iniziato a lavorare a “Uauà”: lui, naturalmente, era il mio referente. E’ lì che mi hanno appioppato il nome d’arte (all’anagrafe sono un’altra). Parallelamente, mi ero iscritta a un corso di pre-doppiaggio (non sto a spiegarvi che vor dì). Dovevo andare in onda con le news delle 20.00 (facevo redazione) ma il corso iniziava alle 20.00. Così riesco a convincere il tecnico in onda (non svelerò il suo nome) a registrarmi alle 19.30. Eravamo rimasti solo noi in radio, nessuno l’avrebbe mai potuto sapere. Prendo la metrò di corsa, scendo a Sant’Agostino e corro fino al 10 di via Savona dove si trovava il C.T.A.
Entro in classe tutta trafelata, scusandomi con Federico Danti (all’epoca, forse anche ora, insegnante di doppiaggio) e mi siedo. Alzo gli occhi e incontro quelli di Gigio che, guardandomi dritto mi chiede, con un applombe degno di un inglese doc: “Ma tu non dovevi essere in onda con le news?” Sbianco e non proferisco parola. Scelgo la tattica del mutismo. Non ha mai più toccato l’argomento. Un vero gentleman. Oggi mi sono sentita di regalargli una copia del mio libro con una dedica che ho sentito di fargli direttamente dal cuore: grazie per tutto quello che mi hai insegnato e per la pazienza che hai avuto. La ricordo ancora per questo. Perché dentro quella dedica c’è un pezzo di autentico me.