L’articolo di Repubblica (riportato sotto) di Cristina Nadotti, scritto a due anni dalla tragedia del terremoto di Haiti, oltre a raccontare il dramma che sta vivendo la popolazione haitiana, attraverso il resoconto del portavoce dell’Ocha Emanuelle Schneider, sottolinea la mancanza di coordinazione delle ONG presenti, che non hanno una storia nel territorio consolidata, che si occupano solo di salute e istruzione ma non dei servizi igienici. Però fanno. Perché non apprezzare?
A Petionville (quartiere popoloso di Port-au-Prince)
Missione Possibile è presente da due anni.
Collabora con l’associazione Remar che da anni opera in quei luoghi.
- Ha allestito un ambulatorio dando lavoro a una donna medico e un’infermiera haitiane che visitano giornalmente una trentina di persone (dal lunedì al venerdì); una volta a settimana si organizza una clinica mobile che vada in zone disagiate a portare medicinali e conforto;
- ha organizzato una scuola con 4 classi e sta dando lavoro a 4 insegnanti haitiani;
- sostiene una mensa che offre cibo sociale a 150 bambini del quartiere…
Può sembrare poco per le grandi associazioni, ma se vedete quello che Missione Possibile ha realizzato in Cambogia dov’è presente da 10 anni, in prospettiva, potete intuire anche dove si può arrivare, con l’aiuto di tutti!
Clicca qua per leggere l’articolo di Repubblica.
Grande Missione Possibile !!