“Io sono perché noi siamo” è il concetto principale di questo modo di stare al mondo che ci spinge a connetterci con gli altri, per trascorrere una vita piena e soddisfacente
In un’epoca dominata dalla corsa all’affermazione personale e ai conflitti tra individui e nazioni, la filosofia africana Ubuntu porta con sé un messaggio rivoluzionario. Questa parola, che possiamo tradurre come “Io sono perché noi siamo”, è al centro della visione del mondo di molti popoli africani, incluso quello della Repubblica del Congo.
Ubuntu ci invita a riconoscere l’umanità negli altri e a vivere con un senso profondo di solidarietà. È un’idea semplice e potente: la mia identità è legata alla tua, il mio benessere dipende anche dal tuo.
Comunicare con la filosofia africana Ubuntu
Cosa succede se applichiamo questa filosofia alla comunicazione?
Succede che la voce cambia. Si fa più empatica, rispettosa e più attenta.
Come applicare l’Ubuntu nel Public Speaking
L’oratore che abbraccia la filosofia africana Ubuntu non parla per primeggiare, si esprime per unire, non impone, condivide. I suoi discorsi non hanno lo scopo di brillare da soli, ma di illuminare insieme.
Ogni parola è scelta con cura, con l’intento di costruire un ponte tra chi parla e chi ascolta.
Chi comunica con spirito di Ubuntu sa che la vera autorevolezza non nasce dal volume, ma dalla vicinanza umana.
E sa che un discorso può modificare l’ambiente e le persone solo se l’oratore si sente parte di qualcosa di più grande.
Come applicarla nella Lettura ad alta voce
Anche leggere ad alta voce può diventare un atto di Ubuntu: in quest’arte la voce si fa mezzo di connessione, e ogni testo letto è un dono. Applicare la filosofia africana Ubuntu allo studio della Lettura ad alta voce significa trasformare un esercizio tecnico in un atto di connessione. Leggere a voce alta non è solo allenare la dizione o il ritmo, ma coltivare una relazione viva tra chi legge il testo e chi ascolta. Con Ubuntu come guida, leggiamo con l’intenzione di donare qualcosa, non di dimostrare abilità. Questo cambia tutto: la voce non diventa più uno strumento di esibizione, ma un ponte che unisce.
Si impara a respirare dentro le parole, a dare spazio al significato, a modulare il tono con empatia. Chi ascolta non è più un pubblico distante, è parte attiva dell’esperienza. Lo studio, così, diventa ascolto: del testo, di sé e dell’altro. Ed è in questa reciprocità che la voce trova la sua forza più autentica. Leggere bene è un modo per dire: “Io sono con te”.
Come applicarla nella scrittura
Chi scrive ispirandosi a Ubuntu, scrive con l’intento di servire una comunità; le storie possono essere anche personali, ma diventano strumenti per riflettere su ciò che ci unisce, su come possiamo prenderci cura gli uni degli altri.
Un testo può parlare di difficoltà, ma offrirle come terreno per costruire insieme, può raccontare ferite, ma con lo scopo di guarire collettivamente.
La filosofia africana Ubuntu ci ricorda che non siamo da soli su questa terra e le nostre parole non risuonano invano. Applicarla alla scrittura creativa significa smettere di scrivere per emergere e iniziare a scrivere per entrare in contatto.
Perché ogni storia che nasce, nasce da un incontro e a volte, in quel piccolo spazio condiviso, diventiamo più umani. Insieme.
Una voce che accoglie
In tempi di polarizzazione e conflitto, la filosofia di Ubuntu è una cura.
Ci ricorda che la comunicazione non è una gara di egocentrismo, ma un dialogo tra esseri umani.
E che possiamo scegliere ogni giorno se usare la voce per separare o per unire.
La buona notizia è che non serve essere grandi leader o scrittori famosi per vivere Ubuntu.
Basta iniziare da piccoli gesti: un messaggio sincero, un ascolto attento, una parola di incoraggiamento.
Guarda il video: Desmond Tutu e il concetto di Ubuntu
Una voce che accoglie è già un atto di Ubuntu.
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Bibliografia essenziale
Desmond Tutu, No Future Without Forgiveness, un’opera fondamentale per comprendere la visione dell’Ubuntu nella vita e nella politica del Sudafrica.
Nelson Mandela, Lungo cammino verso la libertà – l’autobiografia del leader sudafricano è permeata di valori Ubuntu.