Atteggiamenti, pensieri e parole
Ci sono periodi dell’anno che, più di altri, c’invitano a fare spazio.
Spazio dentro, fuori, nella mente e nelle parole.
Maggio è uno di quei momenti. Dopo un inverno lungo e un inizio primavera spesso incerto, arriva il mese che, per eccellenza, profuma di apertura e di possibilità.
Capita di domandarsi: “Cosa voglio davvero dire al mondo?”.
Dalla fermezza alla fluidità
Il mese scorso abbiamo parlato di stoicismo, quella filosofia antica che educa a restare centrati anche quando fuori tutto sembra muoversi troppo in fretta. E c’è un passaggio altrettanto importante da fare, quando si cerca una voce autentica: imparare a lasciare andare. Per lo stoicismo è rinunciare a voler controllare ciò che, di fatto, è fuori dal nostro controllo; nella pratica hawaiana dell’Ho’oponopono è perdonare: il collega prevaricatore, l’amico che ci ha tradito, il fratello che si è allontanato… noi stessi (forse la cosa più difficile).
Se lo stoicismo ci guida nella forza interiore, nell’essere solidi, l’approccio dell’Ho’oponopono c’insegna a fluire, a prenderci cura delle relazioni, a riconoscere ciò che ci lega agli altri, a sciogliere i nodi emotivi con semplicità e responsabilità, a perdonare. Non serve abbracciare filosofie complesse. Basta ascoltare il cuore della pratica:
“Mi dispiace. Perdonami. Grazie. Ti amo.”
Un ciclo che, anche letto ad alta voce come se lo dicessimo a noi stessi, ha il potere di riequilibrare.
La voce come forma di rinascita
Rinascere non è solo trasformarsi. A volte significa semplicemente tornare presenti. Riprendere contatto con la nostra voce, con il respiro, con ciò che vogliamo comunicare.
E in questo, la Lettura ad alta voce e il Public Speaking diventano occasioni preziose: allenamenti non solo tecnici, ma profondamente umani.
Quando leggiamo o parliamo con consapevolezza, ci ricordiamo chi siamo.
Coltiviamo la calma.
Facciamo ordine dentro di noi prima ancora che fuori.
È una forma di pulizia interiore, una piccola rinascita quotidiana.
Parlare bene è ascoltarsi meglio
Allenare la voce non serve solo a “parlare meglio”.
Serve a saper stare meglio mentre parliamo.
A ridurre il rumore, dentro e fuori. A non cedere all’impulso di riempire ogni spazio con parole automatiche.
Serve a imparare a scegliere le parole che ci rappresentano davvero.
E a usarle con intenzione.
In questo senso, lavorare sulla voce è come fare giardinaggio interiore: si pota, si cura, si lascia respirare. E poi, si fiorisce.
Maggio: un nuovo inizio, una nuova voce
- In questo maggio, ti invito a non rincorrere la frenesia del “fare di più”.
- Fai spazio al desiderio di essere di più: più autentico, più chiaro, più radicato.
- La tua voce è il primo passo: usala con rispetto, con presenza. E lascia che ti guidi verso una comunicazione più viva, vera e libera.
Bibliografia essenziale
Giovanna Garbuio, Ho’oponopono occidentale, un approccio italiano alla filosofia, diretto e accessibile. Un’ottima introduzione con taglio pratico.
Luc Bodin, Ho’oponopono. La pace comincia da te, opera scritta da un medico, offre una visione profonda ma semplice sull’autoguarigione attraverso la consapevolezza.
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